PCTO “I RACCONTI DEL SOTTOSUOLO: AD UN PASSO DALLA SOLUZIONE DEL MISTERO…”

Martedì 23 maggio 2023, nell’area nota per la comunità locale come “Giardino dell’Annunziata”, si è svolta la fase dedicata alle prospezioni geofisiche sul terreno del modulo PCTO “I racconti del sottosuolo” che le classi IVA e IVB ITBA stanno svolgendo in sinergia con il  Dipartimento di Scienze della Terra e del mare dell’Università degli Studi di Palermo. L’area oggetto di indagine è adiacente alla  Chiesa dell’Annunziata e fonti storiche narrano della esistenza su di essa, fra il 1500 e il 1700, di un Monastero di suore benedettine di clausura abbandonato dopo soli due secoli a causa di un non ben chiaro dissesto. Negli ultimi anni essa è stata al centro di una iniziativa condotta dall’I.C. Giovanni XXIII finalizzata a recuperarla dal degrado in cui versava, ricevendone la custodia in comodato d’uso dall’ente proprietario così da valorizzarne gli aspetti naturalistici e storici e trasformarla nel “ giardino delle scuole di Cammarata e San Giovanni”, fruibile dagli studenti così come dall’intera comunità locale. In quest’ottica, considerate le competenze maturate in occasione di un PON in campo geofisico dagli studenti dell’indirizzo chimica materiali e biotecnologie, il nostro Istituto e l’IC Giovanni XXIIII hanno stipulato un accordo finalizzato a indagare con i metodi della geofisica il sottosuolo del “Giardino dell’Annunziata” e chiarire di conseguenza la natura dell’evento che ha portato alla distruzione del Convento benedettino ed al suo abbandono nel 1700. Da questo accordo è nato, nell’anno scolastico 2021-2022, il modulo “I racconti del sottosuolo”, iniziato in maniera sperimentale alla fine dell’a.s. 2021-2022 e inserito nel PCTO delle classi IVA e IVB ITBA dell’IISS Archimede per l’anno scolastico 2022-2023. Per poterlo svolgere è stato modificato uno strumento di geofisica per indagini idrogeologiche in possesso di uno dei tutor da parte degli studenti dell’indirizzo elettronico al fine di trasformarlo in un tomografo, uno strumento che consente di visualizzare vere e proprie “fette” del sottosuolo inviando flussi di corrente elettrica. Ne è risultato uno strumento semplice nella costruzione e nel funzionamento ma impegnativo nell’uso, considerato che l’acquisizione di ogni singola misura doveva essere eseguita e trascritta manualmente e altrettanto laboriosa l’interpretazione dei dati. Il modulo è iniziato in maniera sperimentale alla fine del precedente anno scolastico, e, per errore, la prima sezione tomografica è stata eseguita, invece che in adiacenza alla Chiesa dell’Annunziata (dove si ritiene sia esistito il Monastero), e quindi ai margini del giardino, nel suo settore centrale, in una zona in cui non dovevano trovarsi nient’altro che sedimenti alluvionali o formazioni rocciose in posto. L’interpretazione di quella prima sezione ha mostrato invece, al di sotto di una copertura di terreni spesso circa 2m di un corpo squadrato ad elevata resistenza elettrica esteso in orizzontale circa 4m e profondo fino al limite di investigazione (5-6m), presumibilmente impostato sulla formazione in posto a bassa resistività. Sono quindi state ripetute altre 4 sezioni parallele, equidistanti 5m, che hanno rinvenuto sempre tale anomalia, estesa quindi longitudinalmente almeno 20m. Dalla osservazione dei luoghi è stato così possibile constatare come i terreni di riporto che coprono questo elemento del sottosuolo siano delimitati dal un muro in pietra sottostante e strutturalmente diverso da  quello di recinzione, come se tale oggetto fosse stato deliberatamente coperto immediatamente prima della edificazione del convento, e quindi antecedente il 1500 d.c.. All’interno del gruppo di progetto del PCTO, che ha sempre operato in sinergia con i docenti dell’IC, sono state formulate le più disparate ipotesi sulla natura di questa anomalia, quasi tutte basate sulla presenza di una possibile natura “cava” della stessa, ed in particolare che possa trattarsi di:

  1. Cripte sotterranee riconducibili al convento benedettino
  2. Canale di derivazione e/o di accumulo delle acque del Turibolo per uso irriguo o per alimentare un mulino (e in questo senso diventava immediata la correlazione con manufatti molto diffusi nell’isola durante la dominazione araba). In questo senso va sottolineato come alcune foto antiche e rilievi aerofotogrammetrici facciano intuire la presenza, al centro dell’area, di un vistoso pozzo.
  3. Vasca di purificazione per la comunità ebraica, presente fino al 1492 nel luogo.

Una possibile natura “non cava” della anomalia poteva essere quella dei resti di una fortificazione di valle del sistema difensivo di cui sopravvive oggi una sola torre (Bizantina?).

Autore dell'articolo: WEBMASTER

Prof. Tommaso Maggio - esperto nella creazione di pagine web e comunicazione